I lavoratori di Poste Italiane a Taranto meritano rispetto

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Sindacato Lavoratori Comunicazione

Taranto, 20/05/2014

 “I lavoratori di Poste Italiane a Taranto meritano rispetto”

Postopoli! Ecco come di dipendenti di Poste Italiane di Taranto chiamano il fenomeno di gestione di personale attuato dalla RAM2 della Puglia.

 Il fenomeno affonda le sue radici in tempi non sospetti, per raggiungere il suo culmine oggi, alle porte della privatizzazione di Poste Italiane, non curandosi affatto di rovinare l’immagine della più grande e strutturata azienda nostrana.

 La composizione della RAM 2 è ricca di personaggi che salvo rare eccezioni, pascola abusivamente presso la filiale tarantina e, strutturandosi in diverse funzioni poco chiare, gestisce il personale di recapito di Taranto, Lecce e Brindisi spesso senza alcuna competenza.

 La sua provenienza è senza dubbio sindacale, della più numerosa organizzazione sindacale di Poste Italiane da sempre, e la risultanza è sicuramente una gestione del personale che tutto è tranne che giusta, equa e meritocratica.

Si passa da applicazione di personale davvero arbitraria a veri e propri soprusi e discriminazioni che sono sotto gli occhi di tutti, senza considerare poi la mancanza di competenza nello svolgimento della mansione da parte di chi dovrebbe organizzare, gestire e controllare il settore del Recapito.

 In ordine sparso si parla di incompetenza, discriminazione della maternità e della figura femminile in generale, mancanza degli adempimenti prevista dagli accordi e dai contratti, mancanza di controllo del personale che ad esempio usufruisce delle tutele della legge 104 di un genitore defunto.

 Si parla di dipendenti puniti con trasferimento in altra città per il non utilizzo del motomezzo per incompatibilità antropometrica  che fanno posto a colleghi che non usano il motomezzo pur avendo le caratteristiche fisiche necessarie e che viene premiato con trasferimento sotto casa e promozione nello stesso momento. Unica differenza? La sigla sindacale di appartenenza!

 Per non parlare poi delle promozioni: assistiamo alla presenza di sportellisti, caposquadra o superiori in mansione che posseggono la licenzia media inferiore a fronte di portalettere anche plurilaureati.

 Parliamo anche di direttori completamente disinformati in materia contrattuale, di personale premiato con AD PERSONAM, cioè aumenti di stipendi perpetui assolutamente ingiustificati che vengono distribuiti ad amici e parenti o a personale particolarmente compiacente.

 Parliamo di avanzamenti di carriera lampo, di veri e propri fenomeni che in poco tempo ricoprono posti di grandi responsabilità e molto ben retribuiti.

 Anche lo spostamento del personale non segue iter differente: ogni anno vengono esposte le liste di mobilità in base all’anzianità ma quasi mai il personale viene attinto in base alla posizione in graduatoria, con il risultato che i dipendenti anziani in cima alla lista si vedono superati da giovani colleghi che in barba ad ogni graduatoria trova posto sotto casa.

 Tutto questo ovviamente crea i gravi disservizi per i servizi offerti alla cittadinanza più volte denunciati ed un enorme danno di immagine per l’azienda stessa.

 Dopo diverse denunce e visto l’andazzo fantozziano del personale ci si chiede come sia possibile che l’Azienda Poste Italiane ancora non abbia preso alcun provvedimento, sarebbe strano pensare  che in questa gestione ci sia connivenza?

 Proprio oggi, a distanza di 44 anni dalla nascita dello Statuto dei Lavoratori, la SLC CGIL di Taranto rivendica in maniera forte ed adeguata la sua diversità ed assoluta contrarietà rispetto ad un sistema di gestione aziendale che poco ha a che vedere con le Grandi Aziende ed in cui la cogestione presente comporta spesso a confondere, ai vari tavoli, chi è l’azienda e chi il sindacato(per lo meno, una parte): noi sappiamo da che parte del tavolo stare, ovvero da quella dei lavoratori, dalla parte di quelli che subiscono soprusi ed angherie a causa del sistema clientelare diffusissimo dell’azienda, dalla parte di chi ha davvero diritto ad esercitare diritti e non da chi deve mostrarsi sempre col cappello in mano per dimostrare la sua esistenza, non da chi ha legge 104 con parente defunto(possibile che i Responsabili del personale ne fossero completamente all’oscuro?).

 Ai lavoratori di Poste Italiane che non accettano questa situazione, noi diciamo che come SLC CGIL abbiamo deciso di dire “basta” ed inauguriamo una stagione sindacale, nella Filiale di Taranto, che ci porterà, come successo in questi mesi, a forti contrasti con l’azienda, a denunce, allo svolgimento del vero sindacato e non del suddito che deve ringraziare il proprio sovrano.

A quei lavoratori che, invece, si sentono ancora privilegiati perchè favoriti da questo clima, sappiano che la festa è finita perchè come SLC CGIL daremo mandato alle nostre strutture di denunciare presso tutte le strutture legali, civili del lavoro e penali, chiunque abbia usufruito di situazioni di comodo a scapito di altri e chiunque abbia permesso questo sfruttamento. Non credete alle favole di chi vi vuole raccontare che il mondo non cambia: con la privatizzazione, i privati vedono i bilanci e dove si perdono soldi, si taglia. Per questo è necessario ricostruire nelle Poste a Taranto un sindacato vero, che affronti le vertenze dalla parte giusta del tavolo(quella dei lavoratori) e che stia nel merito delle questioni.

 Ci auguriamo che Poste Italiane, a Taranto, capisca che è il momento di cambiare radicalmente il modo di intendere le relazioni industriali sul territorio: i lavoratori meritano rispetto, le regole vanno rispoettate e deve finire la logica del clientelismo.

Altrimenti ognuno si assumerà le proprie responsabilità, magari anche rispondendo difronte alla legge qualora ci fossero situazioni “grigie”.

Ad ognuno le sue responsabilità!

Segr. Gen.le SLC CGIL Taranto
Andrea Lumino

Slc Cgil Puglia