Intervista a Felice Mezzina su regolamento cultura

Bari, regolamento cultura. Mezzina (Cgil): “Grosse novità ma il tavolo non rappresenta tutti”

di Antonio Loconte

Tra qualche giorno sarà pronto il nuovo reglamento per l’erogazione dei fondi agli operatori della Cultura barese, fermo al 1999. E vissero tutti felici e contenti. In realtà, a differenza dell’entusiasmo mostrato dall’assessore alle Culture del Comune di Bari, Silvio Maselli, il lieto fine non è ancora stato scritto. A creare un po’ di scompiglio non sono tanto i paletti mediamente condivisi entro cui si deve muovere l’affidamento delle risorse, ma la considerazione di quanto possa essere rappresentativo il tavolo tecnico che sta sistemando quei paletti.

A sentire Maselli, il tavolo include: “… tutte le imprese e i lavoratori coinvolti nel mondo della cultura”. Un mondo ancora in fermento, seppure il manifesto di ottobre abbia subito profondi scossoni, allontanamenti eccellenti e qualche screzio. Sulla rappresentatività del tavolo ha una visione diversa Felice Mezzina, musicista che per conto della Cgil siede attorno a quello stesso tavolo.

“Rappresenta le figure istituzionali della produzione culturale – spiega Mezzina – ma attenzione. Il comparto della produzione culturale in Italia comprende tante figure che non possono partecitapere alle decisioni, quindi non è del tutto rappresentativo. Nonostante tutto, però, abbiamo cercato di andare avanti, facendo un ragionamento complessivo sul piano della cultura dell’area metropolitana, che fosse il più possibile condiviso con gli operatori, così come hanno fatto a Torino, Bologna, Milano o Cagliari, solo per citare alcune città italiane che si sono mosse nella stessa maniera, pensando all’istituzione di una una Consulta degli operatori. Un modo per consentire davvero a tutti, anche agli esclusi per colpa di un assurdo vuoto normativo, di entrare nelle decisioni”.

In ogni caso, la speranza è il superamento della legge a livello nazionale, perché non è possibile la totale assenza di distinzioni tra professionisti e dilettanti. I tempi per l’approvazione del regolamento potrebbero essere molto rapiti e contestuali al licenziamento del bilancio di previsione. La novità più grossa è rappresentata proprio dalla volontà di raddopiare la previsione di spesa culturale per Bari, che passerebbe al 2%. In questo modo non ci si dovrebbe accontentare delle briciole che ogni anno avanzano dall’assegnazione dei soldi alla Fondazione Petruzzelli, al Teatro Pubblico Pugliese e al Tric, il Teatro di rilevante interesse culturale. Insomma, basta elemosine, interventi a pioggia e la concentrazione dei finanziamenti ai grandi eventi come i concertoni di fine anno che non portano alcun ritorno e via libera a una reale programmazione, che tenga conto dell’intero comparto culturale e di ciò che questo rappresenta in termini di ritorni economini, ma soprattutto del ritorno di servizi e bellezza alla cittadinanza. Staremo a vedere. La prima pietra è stata messa.

Fonte: http://bari.ilquotidianoitaliano.com/

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