LA RAGAZZA NELLA NEBBIA, regia di Donato Carrisi, 2017

di Francesco Monteleone

Ecco un poliziesco (poco thriller) che cattura l’attenzione dello spettatore dai primi minuti fino alla fine, senza usare le solite scappatoie armate, perverse e sanguinolente che servono per fare buoni trailer.
Guardando in filigrana questo giallo che ha sbancato le librerie si vedono: ottimo servizio degli attori principali (Toni Servillo, Alessio Boni), montaggio rigoroso, alta qualità del linguaggio e disallineamento crescente tra l’apparenza e l’essenza.
All’esame finale del mercato il film sarà sicuramente promosso, perché Carrisi ha scritto e filmato una storia piena di esperienze reali di vita che dopo due ore diventano scarabocchi fatti su una verità molto più terribile.
In questo divertente prodotto culturale ideato da un geniaccio di Martina Franca chi fa progetti umani non ha consapevolezza di quanto è inimmaginabile il destino.
Una ragazza scompare nella nebbia e noi spettatori apriamo gli occhi, poco per volta: Dio c’è, ma non è necessario nemmeno ai credenti. I libri di testo di psichiatria e crimonologia sono superati dall’intuito e smentiti dalle contraddizioni, la fiducia è una via stretta che si attraversa senza nessuno a fianco.
Un film che soddisfa tante esigenze di verità bisogno vederlo subito, a cinema, non aspettando le repliche televisive. Inoltre è inutile cercare il colpevole; l’autore, sceneggiatore e regista è diventato un maestro delle dimostrazioni errate.

Slc Cgil Puglia