Maestro, favurit’

di Francesco Monteleone

Se avrete, una volta, la fortuna di sedervi a tavola con Peppe Barra gli sentirete pronunciare un proverbio che spiega bene l’amore per il buon cibo dei napoletani. “Pozza murí ‘e truono a cchi nun le piace ‘o bbuono” (Possa morire bastonato violentemente chi non ama il buono).

Infatti il geniale maestro d’arti teatrali ama gustare le squisitezze, così come il simpaticissimo Ferdinando di Borbone faceva con le signorine (perché, a volte, “mangiare è meglio che fottere”) e quando gli vengono serviti i frutti di mare Peppe si rivolge al cielo con espressioni mistiche.

Forse alla sua età gli consigliano di digiunare, ma Barra è carne che canta e commuove, e non potrebbe, in mancanza di peso.

Eppoi, “la Puglia è il posto dove si mangia meglio in Italia”.

Il figlio di Concetta, la cantante con la voce di saetta, è una cassaforte di sorprese, sempre aperta per gli amici: Gabriele D’annunzio fu non bello, Santa Paolina è un piccolo comune avellinese dove la venerata è stata messa in posa spinta, come l’omonima sorella di Bonaparte immortalata da Canova. La politica? è un pretesto per avere potere, mille parlamentari sono una vergogna internazionale, Maurizio Valenzi? l’unico sindaco del quale vuol sentir parlare (quelli successivi li spazza via con uno sguardo).

  • Peppe, ho il sospetto che tu sia un nostalgico borbonico…
  • Se fossi nato nobile mi sarebbe piaciuto vivere a corte di Carlo III
  • Tua madre, però, era una regina del popolo
  • Concetta era di sinistra. Le sue foto stavano nei circoli rossi, a fianco di quelle dei quadri dirigenti.

Quando arrivano, a sorpresa e fatte apposta per lui, le fave con le cicorie selvatiche, il maestro, trascinato nel peccato di gola, diventa ancor più loquace.

  • Che tipo era Concetta Barra?
  • Altruista, realista, generosa. Quando venne lasciata da mio padre, Giulio Barra, mimo e fantasista, non si mise con nessun altro uomo, anzi, nonostante la delusione, continuò a lavorare con lui.
  • E tu sei generoso o sei tirchio?
  • Nooo! (Mi risponde Francesco, il giovane virtuoso che gli fa da agente, suggeritore, biografo e da elisir di lunga vita); anzi bisogna controllarlo, altrimenti dà più del necessario.
  • Chi è il regista cinematografico con il quale ti sei trovato meglio?
  • Ferzan Özpetek, non ho dubbi; lui rispetta l’attore, non è violento nei suggerimenti…io ho fatto poco cinema e ho imparato molto da lui.

La prima bottiglia di verdeca è finita da tempo. (Siamo in 5 ad assaporarla). E nessuno si arrende di fronte al vino rosso successivo. Il cameriere, nel frattempo, riesce a portar via con la forza quel che resta di sei giganteschi piatti di spaghetti, tombati in indescrivibili sughi di mare.

  • Sai cucinare, Peppe?
  • Che vuoi che ti faccia? Pasta e piselli, ragù napoletano…Posso preparare molte pietanze su richiesta!

Bisognerà andare a casa sua per verificare se dice il vero. (Si sa che nel calcio, in amore, in politica e in cucina molti si dichiarano più abili o competenti di quanto non siano).

Seduto al suo fianco c’è un omaccione silenzioso, pacifico, sorridente.

  • Chi è lui?
  • Elio è il mio autista. Prima lo era di mia madre. Lavorava con lei come falegname e l’accompagnava, segretamente, a giocare a carte. “Stai attento a Peppe” gli disse Concetta quando mi consegnò a lui.
  • Concetta era attratta dal denaro?
  • Macché…si divertiva a sfidare il caso, ma non per avidità. Una volta, però ricordo che alla moglie di un famosissimo burocrate supercorrotto che le aveva chiesto di fare uno spettacolo gratuito, per beneficienza, le rispose:
  • Signora, io sono devota a santa Pettenessa!
  • ????
  • Prima i soldi e dopo la fessa!

I dolci deliziosi ci fanno vacillare, ma Elio alla quinta pugnalata su tiramisù, cocco, cioccolata e cose simili ha un tocco espressivo inconfondibile, è un rimprovero muto al maestro. Allora chiudiamo con il Rum cubano, ultima gioia prima dei sensi di colpa.

Peppe Barra promette a Nicola Pignataro che tornerà a Bari per un altro spettacolo al Purgatorio. L’ultima volta, nel 2017, ha ricevuto un successo di pubblico enorme. Nel teatro di via Pietrocola egli recitò 40 anni fa su invito di Beppe Stucci e quando gli diciamo che l’impresario ci ha lasciati, si dispiace tanto. L’amicizia per Peppe Barra è stata la materia prima di tutta la sua storia artistica passata e da essa ancora attinge per amare chi si specchia in lui.

Monopoli, marzo 2018

Francesco Monteleone