“Quando andavamo al cinema Umberto” di Paola Martelli

di Carmela Moretti

di Carmela Moretti

Con Nico Maretti, Michele Cuonzo, Valentina Gadaleta, Tiziana Gerbino, Mauro Milano e Luca Lorusso

Con lo spettacolo “Quando andavamo al cinema Umberto”, in scena al Teatro Duse di Bari, Paola Martelli si riconferma una regista scrupolosa e brillante. La immaginiamo nella fase di preparazione con gli occhiali appoggiati sulla punta del naso, mentre sfoglia un testo, ne studia un altro e approfondisce, sempre con il precipuo scopo di regalare ai suoi spettatori un piccolo gioiello.
Scopo raggiunto a pieni voti, giacché la sua ultima commedia convince senza remore.
Siamo a Bari, nel 1943. La presenza degli alleati si fa sempre più forte, la guerra è “quasi” alle spalle”, lo swing e il jazz cominciano a impazzare anche in Italia e i baresi si arrangiano come possono, desiderosi di costruire un futuro splendente. Su questo sfondo si stagliano le vicende dei quattro protagonisti.
Nicomede è una maschera presso il grande cine-teatro Umberto, ma sogna di fare l’attore. I suo rapporti col fratellastro Adone, uno scaltro sciuscià, sono pessimi. Tra un alterco e l’altro, nella loro vita fanno incursione due belle fanciulle, che accettano di partecipare a un’audizione di Radio Bari accanto al vecchio Nicomede (ancora una volta, dunque, la formula della pièce nella pièce). Un terribile imprevisto, però, sopraggiunge e di nuovo smorza sul nascere il sogno del sentimentale protagonista.
“Quando andavamo al cinema Umberto” ha uno sviluppo intelligente e piacevole, arricchito da una comicità ben equilibrata. Perspicace è la scelta di portare in scena Nico Maretti nei panni del sognatore Nicomede: grande interprete di cabaret, l’attore riesce a donare alla commedia tutta la leggerezza del Teatro di Rivista, ma si mostra altresì capace di addentrarsi in sfumature più drammatiche (eccelle, per esempio, nel finale).
Se ci fosse un voto oltre il dieci, lo daremmo a Michele Cuonzo, sulla cui spalla poggia tutto il carico comico dello spettacolo. Tra pause e controfacce, si riconferma una grande maschera del teatro barese.
Simpatiche e tecnicamente perfette, seppur nei loro diversissimi ruoli, le belle Tiziana Gerbino e Valentina Gadaleta. Appropriata anche l’interpretazione di Mauro Milano e del giovanissimo –ma talentuoso- Luca Lorusso.
La commedia, quindi, è un piacevole mix di prosa e musica; deliziosa, tra tutte, è la scena del ballo tra Nico Maretti e l’incantevole Valentina.
Resta solo un ultimo sentito apprezzamento da fare, quello relativo ai costumi, scelti come sempre con estrema cura e gusto. Un giorno riusciremo a farci svelare da Paola Martelli dove va a scovarli…

Carmela Moretti