Erasmus, diario di una sopravvissuta a Bruxelles

di (Carmela Moretti)

 

Angela Alessandra MilellaAltro che survival kit! Nelle università italiane, dovrebbero costringere i giovani in partenza per l’Erasmus a leggere Cronache dal Belgio della docente e giornalista Angela Alessandra Milella. Cosicché possano crollare i loro “castelli in aria” di un’esperienza ricca solo di cene e festini. Scherzi a parte, l’ultima pubblicazione della scrittrice barese è un racconto coinvolgente dei suoi nove mesi trascorsi tra Leuven e Bruxelles, con qualche escursione in alcune tra le più suggestive città limitrofe. Il genere adottato è quello del diario: come amavano fare gli intellettuali del ‘700, la giovane studentessa si sposta munita di taccuino, assapora il bello e infine imbratta le pagine di suggestioni e impressioni. Ma, poiché ogni viaggio in luoghi sconosciuti è soprattutto un viaggio alla scoperta di sé, l’autrice ci conduce senza reticenza tra le pieghe della sua anima, dove dimorano al tempo stesso incertezza per il futuro e desiderio di cambiare la propria vita e il mondo.
È il 30 gennaio 2013 quando Angela chiude la valigia e saluta i genitori, sentendo nel cuore un mélange di sensazioni diverse. A fare da corollario ai preparativi del viaggio, i dubbi nei confronti di una realtà troppo diversa da Bari, sebbene sia distante solo due ore di aereo: “E se piove? Mi hanno detto che a Charleroi piove e fa freddo”. Poi, giorno dopo giorno, seguono la narrazione dell’arrivo a Leuven, la ricerca di un alloggio, il primo contatto con quel freddo penetrante, l’odore nauseante delle frites (patatine fritte tanto gustose quanto caloriche), le visite con occhi sgranati nei luoghi più affascinanti di Bruxelles come la Grand Place e il Museo reale: “Adoro i fiamminghi! È enorme. Ci sono anche i francesi David, Manet, Rubens, il fiammingo Fabre, gli italiani del Cinquecento. Non avrei mai pensato di vederli da vicino, li osservo con attenzione, non mi sembra vero che siano gli stessi dei mii libri di storia dell’arte”. Brussel 2 (Fotografia Angela A. Milella)Insomma, è uno sguardo lucido e disincantato quello dell’autrice, che si poggia su luoghi e persone e finisce col restituirne un’immagine che certamente sfugge ai turisti, parlandoci di sanità, di welfare e di curiosità: “I limiti di questo paese li notano tutti: l’igiene innanzitutto, la cultura circoscritta, il costo elevato della vita, il cibo troppo pesante”. Ma in fin dei conti, allo scadere dei nove mesi, resta anche il piacere di aver vissuto un’indimenticabile esperienza d’esplorazione e integrazione, e Angela torna a Bari con la consapevolezza che dopo il Belgio non sarà più possibile indossare i vecchi abiti.

Carmela Moretti