Il fascino de “Il principe venuto dalle stelle”

Di Leonardo Cassone

Di Leonardo Cassone

Non è semplice “visualizzare” l’incanto di alcune pagine immortali della letteratura come quelle del “Piccolo Principe”. Ci è riuscita benissimo la compagnia “Il carro dei comici” di Molfetta, con lo spettacolo, dedicato al capolavoro di Antoine de Saint-Exupèry, dal titolo “Il Principe venuto dalle stelle” e destinato ad un pubblico di ragazzi.

La riscrittura scenica e la drammaturgia sono di Francesco Tammacco, che ne ha curato anche la regia, oltre ad essere uno dei bravi protagonisti in scena. Ad accompagnarlo in questo magico viaggio, Nicoletta Giancaspro e l’esilarante Pantaleo Annese, mentre ad animare i numerosi “Muppetts”, oltre allo stesso Annese c’è Claudia Castriotta.

Tammacco si è dimostrato abile nel ridurre il testo e lasciarne intatto il senso: una storia di “formazione” vera e propria, del passaggio dall’infanzia all’età adulta; della scoperta dei vizi e delle virtù dell’uomo e che sono sempre gli stessi, ovunque si vada nell’infinito universo: la vanità, la voglia smisurata di potere e di denaro, la presunzione; ma anche l’altruismo, la voglia di imparare e di conoscere gli altri, e soprattutto, il senso dell’amicizia. Per questo i personaggi principali della storia, tra gli attori che si alternano mediante un efficace cambio d’abito e i pupazzi, ci sono tutti: il Fiore, il Re, l’Ubriacone, il Divo, il Geografo, il Lampionaio, il Serpente, la Rosa e la Volpe. E naturalmente i due protagonisti assoluti: l’Aviatore e il Principe.

Bellissima la scenografia, con una mongolfiera che domina la scena sulla destra del palco (per chi guarda) e la relativa “gondola” posata sulla sinistra; completano la scena alcuni bauli, che tanto ricordano i viaggi e gli esploratori di fine ottocento. Simpatica (la nota sigla della soap “Beautiful” che accompagna il “divo vanesio” strappa più di un sorriso) e azzeccata la scelta musicale con due intramontabili: “Rose rosse” di Massimo Ranieri e “Vecchio Frac” di Domenico Modugno.

Belli i costumi e decisamente intriganti alcune scelte registiche: la via Lattea che s’intravede quando la scena resta al buio e, nella parte più suggestiva e poetica dello spettacolo, una specie di traghettatore, impersonato da una fatata trampoliera, che accompagna il Piccolo Principe, in una sorta di distacco terreno, fino a ricongiungerlo al luogo da cui proviene: le stelle.

Uno spettacolo affascinante dunque, grazie ad una rilettura che ha il merito di rendere immediato e semplice il testo. Essenziale. Quell’essenziale che, come recita lo stesso Aviatore: «È invisibile agli occhi. Ma fa tanto bene al cuore». Soprattutto a quello degli adulti.

Dino Cassone