“Oltremare”, l’omaggio dei Radicanto alla città di Bari

(di Carmela Moretti)

radicantoÈ una foto sbiadita dagli anni a decorare l’ultimo progetto discografico dei Radicanto. Un’immagine in bianco e nero, di quelle che tutti noi conserviamo in un cassetto a memoria del tempo ch’è stato: donne d’antica bellezza proiettano ombre sinuose sulla calda sabbia, mentre sullo sfondo il mare (che immaginiamo dorato) si fa specchio del cielo. Niente, ne siamo certi, avrebbe potuto racchiudere meglio la “poetica” di questo gruppo barese. Da un lato il mare, custode di segreti lontani, crocevia di popoli e massima espressione della cultura mediterranea; dall’altro il passato, a cui il presente deve rivolgere il suo sguardo perduto se vuole comprendere e comprendersi. “Oltremare” -questo è il titolo del cd- è nello specifico un atto d’amore dedicato alla città di Bari. Un viaggio affascinante alla ricoperta del nostro territorio, tra antiche tradizioni, nenie e “scorci” di quotidianità. Ad aprire il cd è la canzone “Oltremare” di Giuseppe de Trizio, che con il bellissimo testo “Adriatico” dello scrittore Vito Antonio Loprieno costituisce un omaggio all’infinita distesa blu della città; un canto che conquista e invita alla speranza, complici le calde voci di Maria Giaquinto e Fabrizio Piepoli. Più avanti, “Alla barese” e “Ninna Nanna di Sanda Nicole” sono per l’appunto un concentrato di baresità. Nella prima si susseguono quadretti di vita, dalle ore più calde del mattino quando “u sole abbrusce”, fino al momento in cui “asscènne la sère”. Sembra di essere dinanzi a un film del Neorealismo italiano, tanto sono nitide e intense le immagini. L’altra, suggestiva e tenerissima, è l’espressione di un comune sentire, quello che intravede nella figura del santo il cuore stesso del definirsi barese. E ancora “La vidua vidue”, una canzone scritta da Maria Giaquinto, rievoca la liberazione di Bari dall’assedio saraceno ad opera dei veneziani nell’anno 1002 d. C.; a partire da quest’anno, la festa popolare con cui la città ha celebrato l’evento fino al 1968 sarà ripristinata. “Oltremare” è, quindi, un lavoro indiscutibilmente piacevole, con musiche ora delicate ed emozionanti, ora più energiche e coinvolgenti; ma al tempo stesso è un richiamo a conoscersi e a guardare la nostra realtà con occhi nuovi e più consapevoli. Concluso l’ascolto –vi avvertiamo- può accadere che una domanda continui a martellare nella vostra testa per giorni e giorni: “Sarà ancora possibile questo Sud?”

 

Maria Giaquinto (canto e voce recitante)

Fabrizio Piepoli (canto, pianoforte, synth in “Strade”)

Giuseppe De Trizio (chitarra classica, mandolino, arrangiamenti)

Adolfo La Volpe (chitarra portoghese, chitarra elettrica, chitarra acustica, oud, armonica a bocca, irish bouzouki, ukulele, guitarlele, banjo, bowed banjo, basso elettrico, glockenspiel, armonium indiano)

Francesco De Palma (batteria, cajon, zarb, darbuka, riq, tar, bendir, udu, dumbek, talking drum, micro percussioni, programming in “Adriatico”)

Giovanni Chiapparino (fisarmonica, bombo, basso in “La bona Nova”)

Carmela Moretti