Allegra Brigata, quando la passione diventa professione

Di Leonardo Cassone

Di Leonardo Cassone

Ci sono compagnie teatrali che nascono grazie alla passione di calpestare quel legno magico che è il palcoscenico, alla voglia di mettersi in gioco, di calarsi in situazioni emotive talvolta molto lontane dalle proprie. E qui la passione si trasforma in professione, qui sta la grandezza di quelli che diventeranno veri professionisti e che sul quel magico legno trascorreranno la propria vita.

Paolo Morga, fondatore e regista della Compagnia Allegra Brigata di Monopoli rappresenta una goccia del vitalissimo mare Adriatico dell’arte. Subito dopo essersi diplomato, la sua avventura è cominciata prima frequentando a Bari il laboratorio dell’immaginazione sotto la guida del maestro Enrico Caruso; poi frequentando, per due anni, lo Ials (Istituto Addestramento Lavoratori dello Spettacolo) di Roma con il maestro Luciano Brogi. Altri laboratori e altri maestri si sono susseguiti. «Ho cominciato presto a cimentarmi con la regia – ci racconta – La mia grande passione. Devo dire che all’inizio è partito come un gioco. Col passare del tempo il gioco si è trasformato in lavoro. La Compagnia Allegra Brigata nasce cosi, infatti: un’associazione di grandi amanti e appassionati di teatro, che ormai ha raggiunto quasi vent’anni di attività».

Una compagnia che nasce quindi dall’impegno di un gruppo di appassionati per il teatro che hanno manifestato il desiderio di creare un nuovo e forte punto di riferimento teatrale all’interno della propria città. «I laboratori teatrali – prosegue il regista – contano circa una sessantina di allievi, che sono divisi in classi: bambini, ragazzi e adulti. Il laboratorio è in un forte momento di ricerca e di crescita personale, un luogo aperto a tutti quelli che vogliono scoprire e risvegliare le proprie capacità creative ed espressive. Il teatro impone una profonda conoscenza e consapevolezza di se stessi oltre che un lavoro sulle proprie emozioni, dove lo spettacolo finale non è altro che il frutto di un intero anno di lavoro».

Lo spettacolo-saggio (portato in scena dalla classe degli “adulti”) cui abbiamo assistito, è stato “Misera e Nobiltà”, il capolavoro di Eduardo Scarpetta, in scena dal 19 al 21 maggio al Teatro Sociale di Fasano. Alla provocazione mossagli sul fatto di “mettere alla prova degli appassionati aspiranti attori” con un testo che rappresenta una delle montagne più dure da scalare persino per gli attori più consumati, la risposta di Morga ci sorprende in tutto il suo umile candore. «Il testo di Scarpetta, “Miseria e Nobiltà” è un testo molto difficile: ritmi serrati, tempi comici da rispettare, dialetto napoletano. Eppure ho voluto lasciare molta libertà agli ‘attori’ e alla loro spontaneità. Non m’interessano i paragoni con i grandi del teatro, anche perché non reggeremmo il confronto! Il testo è stato cambiato e riscritto pensando a ogni singola persona coinvolta».

Un’altra provocazione è stata l’argomento teatro a Monopoli. La città barese non ne possiede uno e spesso chi vuole esibirsi “emigra” con tutto il suo pubblico (che vi assicuriamo numeroso oltre ogni previsione), nei comuni viciniori. «Purtroppo Monopoli non ha ancora un vero teatro. Esistono tante piccole realtà teatrali che stanno cercando di aprire nuovi contenitori culturali. Si parla di apertura del Radar, il teatro vicino la stazione. Qualcosa si sta muovendo, quindi». Lo auspichiamo tutti, non fosse altro per il confronto e lo scambio culturale che un teatro può generare nella desertificazione che sta lentamente e subdolamente “modificando” il paesaggio culturale di una regione, la Puglia, che molto potrebbe ancora offrire.

Dino Cassone