ASPRI NELLA VITA, DOLCI NELL’ARTE

ASPRI NELLA VITA, DOLCI NELL’ARTE

207641_185777031569080_1376952580_n(di Carmela Moretti)

Era una classe, quella frequentata da Clemente Corallo, che faceva rizzare i capelli agli insegnanti; un gruppo di adolescenti poco stimolati, che si erano iscritti all’Istituto Tecnico Commerciale di Bitonto più per seguire una moda che per un reale interesse verso la contabilità. Fino a quando un docente, comprendendo di avere tra le mani diamanti ancora allo stato grezzo, pensò di affidarsi alla forza educativa della settima arte per ingentilirli. Ed è stato proprio grazie a quel cortometraggio, realizzato con la supervisione di Nicola Vero (attuale direttore artistico dell’accademia teatrale ITACA di Corato), che Clemente ha incominciato a intravedere nella regia un sentiero da imboccare. Ma a confermare

questa vocazione è stata soprattutto l’ultima esperienza come assistente volontario nel lungometraggio Ameluk del regista Mimmo Mancini, che ha visto il diciannovenne sfoderare per la prima volta alcuni superpoteri nascosti. Al punto tale che, ascoltandolo raccontare le sue peripezie, vien voglia di colpire in testa i vari Padoa-Schioppa, Fornero e quanti si ostinano ancora a giudicare sfaccendati i nostri giovani. Già, perché Clemente in quel periodo passava le notti sul set, poi di giorno andava a sostenere gli esami di Stato e nei momenti morti trovava addirittura la forza per cominciare a ideare un lavoro tutto suo. Un progetto piccolo, senza grandi pretese, ma che merita di essere apprezzato sia per la giovanissima età del ragazzo sia per il coraggio di mettersi in gioco. Il cortometraggio, dal titolo Davanti al silenzio, è stato girato a Bitonto nei giorni scorsi e narra una storia di solitudine umana e incomunicabilità del dolore; nel cast, l’attrice barese Roberta Bellini (unica professionista) e alcuni bitontini.

“Il mio modello è Sergio Rubini”, afferma Clemente, “perché dimostra come anche una persona del Sud possa tagliare il traguardo in un mondo difficile come quello cinematografico”. E conclude esprimendo il suo desiderio di entrare nel Centro Sperimentale di Roma e la paura di non avere abbastanza possibilità economiche per portare avanti il suo progetto di vita.

Carmela Moretti