Bianca Rita Cataldi e Vito Ricchiuto, voci nuove della narrativa pugliese

Di Dino Cassone

Di Dino Cassone

Quello che risulta subito evidente è la cura dei particolari: dalla copertina alla grafica, dall’editing accurato fino alla scelta mai casuale e mai banale dei colori e del font. Insomma la neo casa editrice “Les Flaneur” diretta dal giovane Alessio Rega è certamente una bella e interessante proposta che potrà dire la sua nel vasto oceano delle piccole case editrici indipendenti. Non facciamo difficoltà a immaginare che presto farà udire chiara e forte la “sua voce”.

Una di queste è senza dubbio Bianca Rita Cataldi e il suo romanzo breve o racconto comunque si voglia definire, dal titolo “Isolde non c’è più”, tra i primi titoli appena pubblicati dalla casa editrice barese. Giovanissima anche lei (è del 1992), Bianca ha all’attivo già traguardi importanti, essendo stata finalista al Campiello Giovani del 2009 e fresca vincitrice del premio letterario “Maria Messina” edizione 2015 con il suo romanzo “Waiting Room”.

Una bella scoperta il talento di Bianca, uno stile brillante e immediato, che nasconde più di quello che all’apparenza traspare. Intanto una formazione culturale non indifferente, e questo è chiaro e lampante nelle poche pagine del suo libro, grazie a continui riferimenti musicali, letterari e cinematografici da parte dei protagonisti, Golvan e Isolde. Una storia-frammento che è romanzo di formazione ma anche analisi spietata, seppur velata dalla penna ironica dell’autrice, di una generazione 2.0 ormai allo sbando. Eppure Cataldi riserva al lettore, a tratti spiazzato e desolato per il mondo nebuloso in cui galleggiano i nostri figli, uno spiraglio alla fine del tunnel: una speranza che potrebbe essere qualcosa di più, che si chiama Amore. Brava.

Bianca e VitoAltra interessante proposta è il romanzo, anche questo breve, di Vito Ricchiuto. Anche lui giovanissimo, studente di lettere il barese si presenta nel mondo della scrittura con la sua prima produzione dal titolo indicativo “I lineamenti essenziali del vuoto. Mattino”. Una giornata intera di scuola raccontata in quasi centoventi pagine, ricchissime di riferimenti di storia e di letteratura, di filosofia e di scienze varie, chiaro retaggio della formazione scolastica del nostro. 

Originale nella struttura, con la scelta di alternare pensieri in prosa a liriche, piuttosto che a frasi estrapolate da canzoni, non è facile e immediato entrare nel mondo di Ricchiuto. Si rende, infatti, necessaria la lettura di almeno una decina di pagine, e forse più, per comprendere l’ordine del caos che l’autore ci ha preparato, e che, come lui stesso afferma in un passaggio «È inevitabile. E io lo amo!». E noi abbiamo amato la descrizione, rappresentativa, che fa della sua classe: «Siamo incatenati da esultanze e litigi, se qualcuno inciampa precipitiamo tutti». Cos’altro aggiungere?

Dino Cassone