CESSARE DI VIVERE, NON DI ESISTERE

di Nicola Di Ceglie

di Nicola Di Ceglie

Cari compagni e compagne,

avrei voluto salutare con un affettuoso addio Baldina Di Vittorio, che è morta serenamente il 2 gennaio 2015. Invece il sentimento di tristezza è aumentato con la scomparsa di Pino Daniele, al quale devo la splendida colonna sonora della mia giovinezza e poi, mentre scrivevo, l’animo è stato devastato dal massacro di Parigi. Così Baldina farà il viaggio verso il cielo in compagnia di grandi combattenti come lei e a noi non ci resta che piangere; speriamo che questi miti ed eroi possano continuare a guidare tutte le persone di buona volontà nel creare una società migliore. Baldina ha vissuto una vita degna dei nostri valori sindacali, aveva la coscienza pulita e il suo distacco definitivo è solo fisico, non certamente morale o ideale. Ma perché Baldina è tanto importante nella tradizione iconografica della CGIL? Intanto per la sua onoratissima famiglia: suo padre fu Giuseppe Di Vittorio, “Peppino” ovvero il nostro rappresentante più amato di sempre, diciamo come Socrate per i filosofi, Berlinguer per i comunisti, Nereo Rocco per i milanisti. Sua madre, Carolina Morra, fu anch’essa sindacalista e bracciante (anzi bracciante e sindacalista) una donna senza paura; ella, mentre Mussolini stava iniziando a sottomettere il popolo italiano, mise al mondo anche un maschio, Vindice, che diventò un valoroso antifascista in Europa. Peppino, Carolina, Vindice e Baldina Di Vittorio erano di Cerignola. Da quella penosissima contrada agricola, dove per decenni i latifondisti avevano imposto un insopportabile sfruttamento del lavoro, ci sono stati consegnati quattro cardini della democrazia. Dalla loro azione politica e sindacale ‘senza se e senza ma’ noi abbiamo potuto trarre un grande vantaggio umano e professionale. Infine: la morte sovrasta il nostro essere nel mondo. Accade continuamente, ogni giorno muoiono degli sconosciuti e noi sfuggiamo ad essa come se non ci riguardasse. Ma quando scompare una persona che ci è cara riprendiamo a pensare che la vita è un dono unico, insuperabile. Bisogna prendersene cura e ringraziare chi si è impegnato a renderla più dignitosa, per sé e per gli altri. Grazie, Baldina. Ora sarai sistemata nell’élite della sinistra italiana e se incontrerai lo spirito di tuo padre in qualche angolo dell’universo, digli che se viene a trovarci nella SLC regionale gli regaleremo un vocabolario della lingua italiana più aggiornato. A lui farà piacere, conosciamo le sue debolezze.

Nicola Di Ceglie