“Class enemy” di Rok Bicek

(di Carmela Moretti)

Con Igor Samobor, Natasa Barbara Gracner, Tjasa Zeleznik, Masa Derganc, Robert Prebil, Slovenia 2013. Premiato alla Settimana Internazionale della Critica alla Mostra del cinema di Venezia 2013.

thIl nostro Ministro della Pubblica Istruzione dovrebbe mettere a disposizione pullman gratuiti per tutte le scuole e obbligare docenti e alunni a vedere al cinema questo capolavoro. Purtroppo, non racchiude la soluzione alle contraddizioni che essi vivono quotidianamente, ma sul grande schermo ciascuno scorgerebbe un riflesso di sé stesso. Proprio come a teatro, la catarsi è assicurata: dalla visione di “Class enemy” si esce confusi, ma certamente depurati da vecchie ostilità.
Siamo in Slovenia, in una scuola piuttosto all’avanguardia. Il docente di ruolo deve assentarsi per alcuni mesi e al suo posto arriva un rigoroso insegnante di tedesco (interpretato dall’attore Igor Samobor). Nell’aspetto e nell’atteggiamento, l’uomo assomiglia agli inquietanti personaggi di Charles Addams: non sorride e non ha mai una parola buona per gli altri. Ma lo zenit della vicenda è rappresentato dal suicidio di un’alunna, Sabina: da quel momento la classe si trasforma in un campo di battaglia, in cui si fronteggiano il dispotismo dell’insegnante di tedesco, il ribellismo dei ragazzi e il permissivismo del dirigente e dei docenti più moderni. Si sviluppa, cioè, una dialettica del potere in cui nessuno degli “eserciti” sembra voler cedere. Ma alla fine, con la gravissima accusa di nazismo che i ragazzi rivolgono al nuovo docente, il bisogno di avere un capro espiatorio è alquanto risarcito e da quel momento essi iniziano a “massacrarsi” tra loro.
“Class enemy”, dunque, è un film che ripropone all’attenzione irriducibili questioni educative e un confronto/scontro tra la vecchia scuola e quella di oggi. Scena dopo scena, il confine tra personaggi positivi e negativi si fa sempre più incerto e persino sul messaggio del film restano forti dubbi. Chi è la vittima? E chi, invece, il carnefice?
Sullo sfondo della vicenda, però, c’è una meravigliosa lezione sul “Tonio Kröger” di Thomas Mann, che il docente di tedesco rivolge ai suoi alunni ribelli. Guarda caso, si tratta dell’opera più autobiografica dello scrittore e affronta il tema dell’attrazione e repulsione tra “esseri diversi”. Forse, dovremmo tirarla fuori dalle nostre librerie e cercare in quelle pagine -come spesso accade con i classici della letteratura- una possibile chiave di lettura del film e della difficile realtà che ci circonda.

Carmela Moretti