IL FIELE ROSA (Riflessioni sugli idioti dell’ITALICUM)

(di Mariella Forleo)

fiele1Una vera e propria porcata, un crollo verticale verso l’abisso melmoso dell’immoralità della politica italiana, una dolorosa e alquanto singolare regressione del patrimonio culturale delle forze progressiste hanno prodotto, a poche ore dalle celebrazioni della ‘festa della donna’, un risultato che ci lascia sconcertati, allibiti e increduli: la Camera ha bocciato i tre emendamenti proposti all’Italicum, che avevano l’obiettivo di garantire la rappresentanza delle donne nelle liste. Coloro che sicuramente sostengono pubblicamente le pari opportunità hanno votato, a scrutinio segreto, contro l’emendamento bipartisan alla legge elettorale che prevedeva l’alternanza di genere in lista, vietando che potessero esserci due candidati dello stesso sesso in sequenza.
Respinto anche il secondo emendamento, anche questo bipartisan e anche questo respinto a scrutinio segreto, che prevedeva che nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al 50% per i capilista.
Bocciato anche il terzo e ultimo emendamento che prevedeva la proporzione del 40-60% per i capilista.
Non si è avuto il coraggio di cambiare un sistema che, purtroppo, non agevola la presenza delle donne in politica e che toglie risorse e contributi indispensabili alla soluzione delle problematiche della nostra società. La possibilità per le donne di essere rappresentate nelle istituzioni, introducendo meccanismi di garanzia, tesi a favorire la maggiore presenza del sesso femminile nelle cariche elettive è stata intesa come un’agevolazione per conquistare qualche posto in più,  o peggio, per togliere potere agli uomini e di conseguenza poltrone da sotto i culi maschili e non, semplicemente, intesa come doveroso contributo alla reale democrazia, che per essere compiuta e autentica, necessita del governo paritario di uomini e donne. Non a caso, nei paesi esteri dove è più alta la rappresentanza politica delle donne, il livello di democrazia è molto più alto e diffuso in tutti gli ambiti sociali ed economici e l’apporto che le donne riescono a dare, attraverso la loro esperienza millenaria di cura, è talmente prezioso da rendere questi paesi altamente civili, con un elevato grado di giustizia sociale e con politiche indirizzate verso il bene comune. Il livello di democrazia di un paese, dunque, si basa sulla piena uguaglianza dei diritti e la piena rappresentanza nelle cariche elettive di donne e uomini. Ergo, il nostro paese è incompiuto democraticamente e ripudia il fondamentale concetto di parità espresso dall’art.3 e dall’art.51 della Costituzione: “Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tal fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini(…)”  Le condizioni di eguaglianza devono, quindi, essere promosse dallo Stato per garantire l’accesso alle cariche elettive in maniera paritaria.  Per questo motivo, un centinaio di donne parlamentari, di diversa provenienza politica, hanno sentito la necessità di accelerare, attraverso le norme, la partecipazione delle donne alla vita politica del paese.  Non si tratta di ‘quote rosa’, come vengono erroneamente e deliberatamente presentati questi emendamenti, ma semplicemente di attuare un principio sancito dalla nostra Costituzione e tuttora disatteso. È questo il vero significato degli emendamenti proposti e bocciati dal Parlamento e per questo il loro affossamento assume un profilo di anticostituzionalità, che questa volta è realmente fondato. La bufala delle quote rosa, i commenti sulle capacità delle donne in politica, il disquisire sull’ impossibilità per la donna di ricoprire ruoli politici, dovuta alla prioritaria necessità di cura della famiglia, sostenuti da parte di uomini che non hanno mai avuto bisogno delle quote azzurre, né di essere sottoposti a qualsivoglia giudizio di competenza, capacità e intelligenza, hanno duramente offeso il genere femminile e hanno prodotto una regressione culturale che riporta le tematiche sulla parità di genere indietro di moltissimo tempo. È disgustoso e devastante, per le donne che si sono sempre battute per la conquista dei loro diritti, osservare che in Italia è in atto una vera e propria campagna sotterranea ad opera dei più concreti oppositori della parità di genere, che con una tecnica davvero mirabile, tendono ad esautorare il significato di queste battaglie, fingendo che la questione non esiste e che è stata ormai superata, sovrapponendogli azioni mirate a sotterrarla completamente. A questo punto, le donne dovrebbero prendere coscienza anche loro della finzione in atto, che mette in scena una falsa parità acquisita e riprendere a lottare, ognuna nel proprio spazio vitale, mettendo in atto i principi che vogliono difendere con i comportamenti e con le scelte di vita. Ognuna nel suo piccolo spazio, in modo che, insieme, tanti piccoli spazi formeranno uno spazio sempre più grande, fino a invadere e conquistare completamente gli spazi che gli spettano di diritto, contrastando chi sta attuando una vera e propria campagna sotterranea contro i diritti delle donne. Il femminismo, quindi, come movimento femminile storico, è ancora una necessità, sia per contrastare l’ inversione culturale in atto e sia per abbattere, una volta per tutte, i processi culturali che ostacolano la piena parità di genere. A questo proposito risultano illuminanti e rassicuranti le parole della filosofa Recchia Luciani che, da esperta in questioni di genere e ideatrice del ‘Festival delle donne e dei saperi di genere’, in svolgimento a Bari fino al 3 Aprile, riguardo all’argomento ci conferma che  “Il femminismo, contrariamente a quanto si è pensato negli ultimi anni, non solo è vivo e vegeto, ma è anche una grande necessità per le donne e per la loro affermazione sociale e politica.”  Le femministe ci sono ancora e sono pronte a combattere, come sempre, per il riconoscimento dei diritti delle donne nella società, nel privato, e soprattutto all’interno delle Istituzioni.
 Tremate, tremate, le streghe son tornate!

Mariella Forleo