IL VENDITORE DI MEDICINE

(di Francesco Monteleone)

Un film di Antonio Morabito. Drammatico. Italia, 2013.

Le carceri e gli ospedali dovrebbero essere i luoghi più ospitali per gli esseri umani, fuori della propria casa. Perché in essi si perdono, temporaneamente o definitivamente, i due valori più alti su questa dannata terra, che sono la libertà e la salute. Invece le carceri sono discariche di corpi e gli ospedali officine di mutilazione. Così, si spendono pochi soldi per la giustizia e se ne sperperano a iosa per commutare la sofferenza fisica in gioielleria. Questo film, che il regista ha dedicato a un suo parente, è l’atto di ribellione contro una situazione infamante che tutti conosciamo da tempo. Il racconto ne lievita le cause: Un rappresentante di medicine (Claudio Santamaria), la capo-area di una industria farmaceutica (Isabella Ferrari), un primario oncologo (Marco Travaglio) sono impegnati a fare un’unica cosa, i soldi, sfruttando le malattie della povera gente. I tre personaggi risultano immediatamente repellenti e ci vogliono un paio di giorni prima che si spenga il fuoco della rabbia che essi alimentano. Ai tre attori va un ringraziamento per aver dato la faccia a soggetti che nella realtà sono molto più loschi (ci sovviene lo strisciante Poggiolini). Il soggetto cinematografico, come si capisce dai titoli di coda, è tratto dalla cronaca giornalistica degli ultimi anni. Non ci sono finzioni, né omissioni. Si accumulano i dubbi e pungono la mente: Perché i farmaci costano troppo? A cosa servono i convegni ‘scientifici’ nei posti più esotici al mondo? I medici fanno carriera per i loro meriti professionali? La sanità privata è utile? Perché i ‘luminari’ sono tanto ricchi? Domande ovvie sulle quali vorremmo veder più chiaro. Le nostre esperienze vissute ci spingono a rispondere visceralmente, ma bisogna evitare le facili spiegazioni ed è quello che faremo. Seguiamo il metodo di Morabito che ha avuto tanto coraggio e con il suo esempio ci insegna a guardare gli altri mentre ‘fanno niente’ e a reagire. Per essere sempre al servizio degli altri, tutti abbiamo il dovere morale di raggiungere l’eccellenza nel lavoro, ma chi si prende cura di noi deve assicurare qualche dovere in più e qualche vizio in meno. Purtroppo c’è una malattia ancora incurabile che colpisce i medici quando sono in salute: l’avidità. Essa è anche la peggiore patologia dell’anima. I piccoli medici, invece di visitare i malati nelle loro case come si faceva una volta, vengono visitati nei loro studi e stanno tutto il giorno a contar le ricette. I grandi professori diventano ‘squali’ e per ricevere la guarigione da loro, prima bisogna sfamarli.

Francesco Monteleone