LE MIMOSE ROSSE

(di Nicola Di Ceglie)

Cari compagni, mentre ascoltavo il dibattito in Parlamento per l’approvazione della nuova legge elettorale detta ‘Italicum’, con progressione irrefrenabile si è alzata la tensione sul tema della ‘parità di genere’. Un gruppo di deputate trasversale ha iniziato a battere i pugni per ottenere di diritto rappresentanza femminile in lista. In Aula i lavori e i litigi riprenderanno lunedì prossimo, ma a me personalmente è salita l’ansia perché mi sono ricordato che dovevo consegnare l’editoriale, rispettando la data simbolica dell’8 marzo. Per un uomo coscienzioso come il sottoscritto, questo appuntamento non è una semplice festività da rivivere con sorrisi, dolcetti e promesse di comportamenti migliori. Le donne si sono emancipate e hanno fortemente messo in discussione i contenuti morali della ricorrenza internazionale. Per un uomo che combatte le falsità tormentandosi nei dubbi, l’8 marzo è diventato un giorno problematico: 1) non si deve assolutamente ‘sbagliare a parlare’ con l’altra metà del cielo, altrimenti si fanno brutte figure. 2) bisogna giurare ad impegnarsi sempre di più verso un continuo e inarrestabile perfezionamento della parità uomo – donna. Mi faccio il segno della croce e definisco meglio la questione. Il ‘sesso’ indica il fenomeno biologico della differenza fra uomini e donne; ‘genere’ indica invece la costruzione culturale che definisce l’uomo e la donna, ossia il maschile e il femminile. Detto questo, sono giusti o sbagliati gli emendamenti che introducono la ‘parità di genere’? E, più in generale, come si realizza una vera parità di genere? Le ‘quote rosa’ sono una definizione ironica, una preferenza estetica o una questione sostanziale? Mentre scrivo mi capita sotto gli occhi una splendida fotografia di Catherine Deneuve, 70 anni, pubblicata nell’ultimo numero della rivista americana New York Magazine. Uno scatto ‘audace’, molto audace. Ma posso permettermi questo pensiero? E per noi cattolici è giusto l’ora di accettare il sacerdozio femminile? Su Fabiola Giannotti una star della ricerca scientifica, siamo tutti d’accordo, ma come deve approcciare ‘Ramona’ la conturbante spogliarellista de ‘La grande bellezza’, interpretata dalla compagna Ferilli? Oggi mi convinco che bisognerà studiare più approfonditamente Simone De Bouvoir, Luce Irigarey e tutta la compagnia delle femministe più ‘cazzute’. Eccolo qui, il mostruoso aggettivo maschilista che rigurgita nella prosa sessista. Scusate, care compagne che state sopportando questa disarmante confessione. Concludo. L’uomo ha avuto finora un dominio storico e culturale. Si è crogiolato in un ordine ‘patriarcale’ o, per dirla con due parolacce, un sistema ‘Androcentrico’, ‘fallologocratico’. Dovremo lottare ancora molto. Nel frattempo, sapevo che sarebbe finita così anche questo 8 marzo 2014. Mentre vedo decine di ragazze che stanno prenotando i locali pubblici per da far danzare come novelli Salomé tanti giovani e vigorosi spogliarellisti, io mi sto chiedendo: posso comprare le mimose?E per offrirle a chi?

Nicola Di Ceglie