Mambo…a Bari e a tutte

( di Francesco Monteleone)

Teatro Barium, 2014. Interpretata da Gianni Colajemma con Lucia Coppola, Vittoria Amore, Dario Mangieri e Antonella Radicci. Direzione scenica di Gianmarco V. Colajemma. (visto domenica 19 ottobre 2014)

 

10557308_10204164850113363_4674254751188053074_nIl teatro Barium è diventato definitivamente un pulsante microcosmo del divertimento per la sostanziosa fetta di pubblico che in Puglia ama la commedia dialettale. L’allegria contagiosa è la ragion d’essere visibile in ognuna delle sue componenti: il botteghino, il foyer, il cortile esterno sono pieni di segni che rievocano anni e anni di recite fatte per coinvolgere il pubblico di ogni classe sociale e di ogni livello culturale. A cominciare dall’ingresso dove si incontra un buttadentro vestito di nero che per la sua straordinaria somiglianza a Benito Mussolini dovrebbe generare una reazione di spavento nel popolo, invece è proprio da lui che si inizia a ridere. Insomma il teatro in via Pietro Colletta è sia un luogo da visitare quando il sipario è abbassato, sia un palcoscenico sul quale i personaggi ideati dal capocomico Gianni Colajemma fanno di tutto pur di conquistarsi la simpatia del pubblico. Anche quest’anno il nuovo titolo in produzione è conforme alle aspettative dei fan, infatti tutte le repliche sono ‘sold out’, alla faccia dello spread. L’età media del pubblico in sala è molto bassa. Il peso medio della compagnia è molto alto, nonostante la leggiadria di Antonella Radicci e di Lucia Coppola, perché i tre peccatori Gianni Colajemma, Dario Mangeri e Vittoria Amore sono ‘over quintal’ e il proscenio spesso geme dal dolore. Gli attori del Barium recitano per tutto il tempo in un’atmosfera melodica (nessun altro lo fa) con brani scelti tra i più belli della tradizione leggera, folk, sinfonica e operistica. Perfino la musica si esprime a doppi sensi. Questa volta il mambo in apertura dovrebbe essere inteso come M’ambo (io mi procuro un ambo) e “Besame mucho” per motivi evidenti dovrebbe essere rinominato “Pesame mucho”.
Il soggetto della commedia è copiato dalla realtà più che inventato. Colino (Gianni Colajemma) un barese della più nobile tradizione degli sfasulati sottrae a Marietta (Lucia Coppola) i beni matrimoniali (sedie, elettrodomestici, corredo ecc.) per giocarseli al lotto; purtroppo per lui il colpo di fortuna arriva alle ‘candele greche’, cioè mai. In casa c’è una ospite smorfiosa e voluttuosa, Iannina (Antonella Radicci), che pur ricevendo trasfusioni di bile da Marietta e dalla dirimpettaia Titina (Vittoria Amore) è più inamovibile delle ‘olgettine’. (Le liti fra donne sono poco raccomandabili). Passati 10 minuti, Colajemma si fa scavare l’entrata dal ‘Va’ pensiero’ e la sua sagoma risulta fortemente ridicola, senza nemmeno il balsamo della voce. Gianni è l’emulo ultra-popolare, diciamo abissale, di Bergonzoni: qualsiasi suono vocale, lessicale, locale o nazionale egli percepisca nei bar o in farmacia, alle salumerie o nelle salamerie, in tv o a tu per tu, lo trasforma in un oggetto comico di facilissima comprensione e tutti si divertono a guardarlo. Lucia Coppola è l’antagonista perfetta. Senza farsi ritoccare come le dive di ‘Ollivudd’, anzi vantandosi di esser diventata nonna, Lucia conserva la bellezza primitiva, chiassosa, impetuosa e sospettosa delle femmine baresi. Da non perdere lo spogliarello della Radicci nella sezione ‘Escort’ e l’esibizione dell’intimo di Vittoria Amore nella categoria BBW (big beautiful woman). Il picco comico si raggiunge allorquando Colino dopo essere riuscito a puntare 2.000 lire su una cinquina a Bari e tutte, ascolta con il sodale Nanuccio (Dario Mangieri) l’estrazione dei numeri del Lotto, annunciata da uno speaker radiofonico unico al mondo che recita, nel lassi di tempo, un proverbio di Rutigliano. Colajemma in azione non è mai lo stesso. È un grande interprete, ma anche un ottimo improvvisatore di battute che creano sorpresa tra i suoi attori e gli ospiti in platea. Perciò una commedia di Colajemma va vista almeno due volte e se si vuol bene al teatro bisogna portare altra gente a teatro. Ridere fa bene alla salute, all’economia e alla morale.

Francesco Monteleone