MUSICISTI-DI PADRE IN FIGLIO. I PETRELLA

di Ersilia Cacace

di Ersilia Cacace

Cosa significa avere talento? Facendo una disamina sul significato di questa parola “talento”, che in parole povere non sarebbe altro che, possedere una qualità ed esprimerla al meglio, vogliamo affacciarci nel mondo della musica, una disciplina che si esprime per mezzo degli strumenti musicali, che possano essere: strumenti a corda, a pizzico o a fiato. Creati con materiali diversi, quali il legno, il metallo, quindi nulla di più vario, e permettetemi una digressione, il mondo dovrebbe prendere esempio dalla musica, dove, strumenti così “differenti” messi insieme in un’orchestra, danno vita a qualcosa di Grande , Armonioso e Universale, qual è la musica, una “lingua” che, non richiede traduzione per essere compresa da tutti. Fine digressione. A darci una sua opinione sul talento, e a raccontarci della sua esperienza di musicista, è il maestro Muzio Petrella, contrabbassista, trombonista, armonicista, chitarrista, un musicista polistrumentista.

Maestro Muzio Petrella, lei è il padre di tre musicisti, Giuseppe Petrella, fagottista, tiorbista, insegnante di chitarra classica; Michele Petrella contrabbassista presso l’Orchestra Magna Grecia di Taranto; e Gianluca Petrella trombonista jazz affermato a livello internazionale che vanta collaborazioni da Enrico Rava a Pat Metheny . Il talento, è un “gene” che si eredita, o in mancanza di questo, basta la disciplina e lo studio per forgiare un bravo musicista?

Il talento è predisposizione naturale per una precisa attività e va sviluppato con lo studio, l’allenamento (fisico e mentale)ed esperienza, a parer mio è un bene insito che ognuno di noi ha e che può coltivare, non sempre è un gene che si eredita. Alla formazione contribuisce anche il fattore ambientale nel quale si vive e si opera (hai citato i mei figli: loro sono stati fin da bambini continuamente tartassati da strumenti musicali, ascolto a volte casuale, a volte coercitivo, di musiche tra le più varie, praticamente un“ lavaggio del cervello”, ognuno ha poi scelto il genere che più gli si confaceva.

Maestro Muzio Petrella, ci racconti della sua vita da musicista.

Da bambino ero appassionatissimo delle sonorità bandistiche, ero presente con mio padre alle feste patronali dei paesi limitrofi, subivo il fascino degli ottoni, dei legni ecc. Le mie prime esperienze musicali le ho appunto avute nelle bande paesane (suonavo il corno francese)durante gli anni di conservatorio ho suonato classico, con varie formazioni, anche sinfoniche (Teatro Petruzzelli, Orchestra della provincia di Bari, sotto la direzione di grandi musicisti, ne cito alcuni: Nino Rota, Pietro Argento, Sergio Martinotti ecc. In Venezuela, emigrai con i miei genitori nel 1961, dove ho scoperto il mondo della musica leggera e jazz che, oltre al fatto di essere più remunerativo, mi dava modo di esprimere al meglio le mie capacità creative in fatto musicale. Ho avuto modo così di girare molti paesi: India, Usa ,Brasile, l’Etiopia, l’Africa in generale, e tre anni di night-club in Germania ecc. esperienza che, mi ha dato l’opportunità di conoscere tanti nomi del jazz e musica leggera. Attualmente continuo con questo tipo di lavoro, e anche servizi di matrimonio cercando di farlo sempre con dignità e serietà.

Ringraziamo il maestro Muzio Petrella, e ci congediamo da lui con la consapevolezza che, a un’ Artista di talento si accosta anche l’umiltà, un grande pregio oramai in disuso nelle nuove generazioni.

Ersilia Cacace