Peter Hoeg e Donato Carrisi, due autori “da paura”

Di Dino Cassone

 

Sono due delle voci più interessanti del panorama letterario internazionale adesso in circolazione che condividono, oltre che il successo planetario, la scrittura potente e immaginifica. Il danese Peter Høeg e l’italianissimo (nato a Martina Franca, orgoglio di Puglia quindi) Donato Carrisi sono in libreria rispettivamente con “L’effetto Susan” (Mondadori) e “Il maestro delle tenebre” (Longanesi). Due thriller polizieschi diversi come ambientazione e stile ma che in comune hanno due cose: la sensazione apocalittica che pervade ogni pagina e una donna come protagonista.

“L’effetto Susan” del misantropo Høeg (è noto per essere sfuggente e irraggiungibile), che in Italia torna dopo cinque anni dall’ultimo romanzo, “I figli dei guardiani degli elefanti”, è ambientato nella sua Danimarca (proprio come il romanzo-capolavoro “Il senso di Smilla per la neve” del 1992), ed ha come protagonista la Susan del titolo, una scienziata di fisica quantistica che possiede un dono unico: spingere chi gli sta di fronte a confessare i propri segreti. Accusata assieme alla famiglia (marito e due gemelli adolescenti) di una serie di reato durante un viaggio in India, grazie a un funzionario danese riusciranno in maniera rocambolesca, ma divisi, a rientrare in patria. Per riabbracciare i figli, Susan e suo marito devono scovare, in un’appassionante lotta contro il tempo, una fantomatica “Commissione del futuro”, costituita da persone con poteri eccezionali e custode di alcune previsioni sul destino del mondo, contenute nel loro ultimo verbale, da far tremare i polsi ai potenti di turno e non solo.

“Il maestro delle ombre” è il terzo episodio, dopo “Il tribunale delle anime” del 2011 e “Il cacciatore del buio” del 2014 che ha come protagonista la poliziotta Sandra Vega. Nel nuovo caso sarà aiutata, ancora una volta, dal misterioso Marcus, penitenziere dell’ordine segreto noto come “Tribunale delle Anime”. L’incipit, facendo seguito alla celebre bolla emanata da Leone X nel 1511 secondo cui Roma non deve “mai, mai, mai restare al buio”, parte proprio dall’avverarsi di questa oscura (è il caso di dirlo) profezia: la città a causa di un tremendo nubifragio piomba in un gigantesco blackout forzato per tentare il ripristino delle centrali elettriche danneggiate. Ed è allora che si scatena il male, attraverso atti di violenza da parte di criminali ma anche di gente insospettabile e solitamente tranquilla. Contemporaneamente Marcus, scampato da morte sicura, dopo essersi ritrovato nudo e ammanettato in un pozzo nelle viscere della Città Eterna, in preda a un’amnesia deve risolvere il messaggio contenuto in un bigliettino in suo possesso: “Trova Tobia Frai”, un ragazzino scomparso in circostanze misteriose anni prima, e che avrà a che fare anche con una serie di morti violente, tra cui un eminente cardinale, vittima apparente di un gioco erotico finito male. Le indagini del penitenziere s’incroceranno, ancora una volta, con quelle di Sandra, sulle tracce di un ipotetico serial killer che ha filmato con un cellulare l’ultima delle sue vittime, ammazzata in maniera inenarrabile dopo aver assunto forzatamente un’ostia nera accompagnata da un’inquietante preghiera: «Il Signore delle ombre cammina con me”. Sia Vega che il penitenziere scopriranno di essere coinvolti più di quanto immaginano nella torbida vicenda.

Peter Høeg e Donato Carrisi si confermano narratori di qualità, dotati d’incredibile fantasia e della capacità, merce rara, di creare bei personaggi e storie credibili e appassionanti. Talmente tanto da tenere avvinghiati i lettori alle pagine, terrorizzati dal fatto che il Male ha molte facce e si trova dappertutto.

Dino Cassone