LUCIA RAVERA, Le ragazze della scrittura, Giuliano Ladolfi editore, pag. 160

Nella prefazione di questo approfondito saggio sull’universo letterario femminile italiano, l’autrice Lucia Ravera, Docente di lettere nella scuola Media di Opera, copywriter-giornalista pubblicista-redattrice di Milano, esordisce con queste parole: “Questo libro nasce dal desiderio di rispondere ad alcune domande. La prima mi ha inseguita come un tormentone, all’indomani della pubblicazione del mio romanzo d’esordio “La storia finisce qui”. Fino a quel momento non ci avevo mai fatto caso, ma il mio fortunato ingresso nel mondo delle Lettere e, soprattutto, nel circuito del mercato editoriale, mi ha catapultata in una realtà inedita. Durante i reading, come anche leggendo qua e là critiche a numerose opere scritte da donne, incappavo spesso nella definizione di letteratura “al femminile”. A disturbarmi, a parte un certo vizio di ridondanza, non era certamente l’attribuzione di “femminile”, quanto piuttosto l’addizione di quella inopportuna preposizione articolata: “al”. Cosa significasse la curiosa combinata “al femminile”, l’ho scoperto presto. È una storia vecchia, in realtà, che può semplicemente essere così sintetizzata: tutto ciò che scrivono le donne, altro non è che un condensato di sentimentalismi e afflati lirici, di palpiti e sdolcinerie. In poche parole, la letteratura vera e seria è da scovare altrove, tra le righe dei viri scrittori, per i quali non solo per le ovvie ragioni di cui sopra non è riservata la citata preposizione, ma neanche accentuata l’aggettivazione sessuale: la letteratura è prerogativa maschile, non c’è bisogno di ribadirlo”.                                                                        Viginia Woolf   nel suo breve saggio “Una stanza tutta per sé”, scriveva: “Una donna deve avere denaro e una stanza tutta per sé se vuole scrivere romanzi”.  E come continua l’autrice nel suo saggio: Nella nostra Italia del secolo scorso, con l’aumento dell’alfabetizzazione, la conquista di elementari diritti civili, diverse donne si sono ricavate a fatica la loro “stanza” e in quel luogo ideale, ripercorrendo le orme di Virginia Woolf, hanno confezionato piccoli e grandi gioielli di letteratura. Da Matilde Serao a Grazia Deledda, da Caterina Percoto a Neera, da Amalia Guglielminetti ad Ada Negri e poi Sibilla Aleramo, Anna Banti, Alba de Cespedes, Elsa Morante, Natalia Ginzburg, Antonia Pozzi, Amelia Rosselli, Gina Lagorio, Dacia Maraini, e tante altre ancora.  In questo interessante libro, in un’accurata disanima, l’autrice inoltre passa in rassegna i grandi temi: il corpo, la politica, la maternità, l’infanzia, la famiglia, affrontati negli ultimi anni dalle scrittrici italiane.

  • Lucia, nei siti web che pubblicizzano Concorsi, si legge spesso di Premi Letterari e Teatrali di scrittura “al femminile” organizzato da donne.  A quanto pare, questo ghettizzarci nella letteratura è così duro da sdoganarcelo di dosso. Qual è il tuo pensiero?
  • È controproducente a mio avviso. Perché quasi conferma la discriminazione che c’è nella realtà. Avremmo semmai bisogno di confronti arricchenti, piuttosto che di distinzioni così nette e fini a se stesse.

http://www.illibraio.net/catalogo/le-ragazze-della-scrittura-oltre-i-tabu-la-letteratura-contemporanea-femminile-in-italia.html

 

ersilia cacaceErsilia Cacace

Ersilia Cacace